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DIVENTARE UN EXCHANGE STUDENT

FASE UNO – IL COLLOQUIO CON L'AGENZIA
Perché non sottovalutarlo e consigli per affrontarlo al meglio

 

Quando in agenzia arriva una richiesta di iscrizione di un ragazzo/ragazza che vuole studiare per un semestre o per un anno all'estero, una delle prime cose che facciamo è fissare un appuntamento per un videocolloquio.
Spesso è un passaggio che i candidati sottovalutano, ma che invece è fondamentale per tutta una serie di motivi. Prima di tutto, al di là dei moduli, il colloquio è il primo vero momento che abbiamo di conoscere il candidato, di vedere come si relaziona con il nostro intervistatore (una persona estranea che deve esprimere un giudizio). In secondo luogo, il colloquio è il momento durante il quale valutiamo se il ragazzo o la ragazza è consapevole dell'esperienza che sta per fare e se ha i requisiti necessari (a livello emotivo e di maturità) per farla. Sappiamo bene che il percorso di un exchange student non è sempre facilissimo. Ci potrebbero essere problemi di adattamento, incomprensioni, problemi concernenti la lingua, senza naturalmente nemmeno menzionare aspetti come la nostalgia per casa, amici e abitudini. Durante il colloquio, quindi, cerchiamo di capire le motivazioni che hanno spinto il candidato a svolgere questo passo. In ultimo, infine, è sempre durante il colloquio che facciamo una prima valutazione del livello di inglese del candidato, che sarà poi approfondito con test specifici a seconda del percorso scelto. Ecco, quindi, spiegato il motivo per il quale bisogna dare il giusto peso a questo momento e di seguito inseriamo qualche consiglio che siamo sicuri potrà essere utile:

  • Puntualità. Nella vita in genere la puntualità è sinonimo di precisione, professionalità. Presentarsi al colloquio puntuali è sicuramente la prima regola. Non sono ammessi ritardi, ma non è consigliabile neanche presentarsi troppo presto (segno di ansia).
  • Aspetto. Che l'abito non fa il monaco è un modo di dire di cui forse si abusa spesso a sproposito. Il nostro lavoro è quello di selezionare ragazzi che andranno a frequentare college selezionatissimi che hanno degli standard piuttosto elevati. Quindi presentarsi al colloquio con il proprio aspetto migliore è sicuramente un consiglio utile, per quanto possa sembrare banale.
  • I genitori. Personalmente mi fa sempre molto piacere quando ad accompagnare il ragazzo c'è un genitore perché mi rendo conto se il ragazzo è supportato o meno nell'esperienza che vuole fare e ne approfitto anche per rivolgere qualche domanda al genitore. Ma come tutti i colloqui, sarebbe bene che a un certo punto il genitore lasci la stanza per permettere al proprio figlio di vivere un momento "da adulto" in autonomia, con la consapevolezza di sé stesso e il peso della valutazione.
  • La durata. Un colloquio dura in media un'ora, ma la tempistica è del tutto relativa. Quando l'intervistatore deve tirar fuori le risposte "con le pinze", il tempo sembra non passare mai e il colloquio risulterà pesante per entrambe le parti, se invece il candidato si dimostra spigliato e loquace, il colloquio volerà. Cerchiamo di evitare di iniziare la risposta a ogni domanda con un "Non so" o il più snervante "bo". Prepariamoci qualcosa da dire che riguardi noi, le aspettative nei confronti di questa esperienza e, perché no, eventuali dubbi e paure, niente che suoni come qualcosa di imparato a memoria, naturalmente, ma un minimo di preparazione non potrà che essere valutato positivamente. Se gestito bene il momento del colloquio può diventare anche un'occasione di confronto in cui capire davvero se il percorso scelto è quello che fa per noi.